L'omicidio di Carmine Pecorelli è un caso di omicidio avvenuto in Italia negli anni '70, che ha suscitato grande scalpore e interesse nel paese.
Carmine Pecorelli era un giornalista d'inchiesta conosciuto per aver denunciato casi di corruzione e connessioni tra criminalità organizzata e politica. Egli gestiva il periodico "OP", nel quale pubblicava dietro pagamento informazioni riservate su personaggi pubblici.
Il 20 marzo 1979, Pecorelli è stato assassinato a Roma. È stato ucciso con quattro colpi di pistola mentre si trovava nella sua auto parcheggiata vicino alla sua abitazione. L'omicidio è stato considerato un attentato politico, poiché Pecorelli aveva minacciato di pubblicare informazioni in grado di danneggiare diverse personalità politiche di rilievo.
Le indagini sull'omicidio di Pecorelli sono state complesse e hanno coinvolto diversi elementi sospetti, compresi individui con collegamenti con la mafia e l'estrema destra italiana. Numerose teorie e supposizioni sono state avanzate nel corso degli anni per spiegare l'assassinio, con alcune ipotesi che coinvolgono servizi segreti, affari sporchi e corruzione a livello politico.
Nonostante ciò, il caso Pecorelli non ha mai avuto una soluzione definitiva. Diversi processi e indagini sono stati condotti nel corso degli anni, ma nessuna persona è stata condannata per l'omicidio. L'argomento rimane ancora aperto nella giustizia italiana e continua a suscitare speculazioni e dibattiti.
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